“Era mio padre, un monteverdino speciale: Renato Funiciello”.
Fabio Funiciello
In occasione della pubblicazione del volume, edito da Anicia, curato da me e mia sorella Francesca Renato Funiciello un geologo in campo, edizioni Anicia 2018.
Mi è stato chiesto un ricordo di mio padre e del suo rapporto con Monteverde Vecchio. Inizio con un ricordo personale . Mio padre è stato un papà assente nella sua presenza. Sembrava non ci fosse, sempre preso tra le sue cose, a un primo sguardo sembrava trascurasse un po’ le cose di casa ma non era così. Non aveva un buon rapporto con i sentimenti e come tutti in passato aveva avuto le sue ferite, aveva perso il padre e il fratello in gioventù. Ho con il tempo dovuto ricalibrare la sua presunta immagine anaffettiva, lui probabilmente sentiva troppo e perdersi tra lezioni, commissioni metro c, protezione civile lo aiutava a non vedere mamma che si smarriva nella sua depressione.
Perché mamma era stata un’atleta di livello nazionale- ha vinto tre titoli italiani battendo Paola Pigni , terza a Monaco sui 1500 all’olimpiade del 1972 – e mamma aveva smesso perché le donne non potevano correre più degli 800. Ma nel 1972 aveva già Francesca di due anni e insegnava e si era ripresa gli studi e con la fame che aveva venendo da San Lorenzo diceva che se ci fossero stati i soldi avrebbe corso ancora. Poi anche lei ferita dall’incidente di papà quando ero molto piccolo e dalla morte di suo padre non si è più ripresa ma è un’altra storia. Ma papà come allenatore di livello nazionale con atleti come Risi, Del Buono, Spinozzi, Frinolli o il Cus Roma anni 1970 deve molto a mia madre Nanda oltre che ai metodi di allenamento dei neozelandesi visti a roma 1960 del mitico allenatore Lydiard del volume “Run,Run,Run”.
Tornando al ricordo emotivo mio padre era un amico oltre che un padre . Andavamo al cinema, mi ha insegnato a guidare il motorino andando in due, accompagnandomi ad allenare perché ci ho provato ma non avevo la testa come dice Risi che mi ha allenato, i mezzi forse sì. Conservo i ricordi degli scherzi fatti insieme, mi ha interrogato a tutti gli esami di filosofia che ho dato, per curiosità e un po’ non si fidava e faceva bene credo. Ma me lo ricordo col sorriso sempre a dare una mano a tutti anche oltre le sue possibilità. Purtroppo non si possono aiutare tutti, a volte bisogna mettersi in gioco e lì sui sentimenti cedeva ma forse come diceva Vasco è giusto così.
Con la geologia ha avuto un rapporto speciale, lo ha portato a lavorare con la Nasa ai tempi delle scoperte lunari e poi a scrivere Carte Geologiche e volumi come Il Balcone di Roma da Montedoro a Monteverde edizioni Montedoro 1998 e il più famoso Sette Colli Guida Geologica a una Roma mai Vista, edito prima in inglese con dei suoi colleghi.
Con Monteverde aveva un rapporto speciale, amava fare passeggiate a Villa Pamphili, andare con me piccolo fino a Porta Portese a trovare libri rari e quando ancora ci stava il blocco sovietico orologi o macchine fotografiche russe trattando con ex-rifugiati dall’URSS , papa’ parlava il russo che aveva imparato per motivi scientifici e atletici per carpire i segreti scientifici e atletici. E anche scarpe di cui andava sempre molto fiero ….
Gli piaceva tutto di Monteverde, ci era cresciuto si era sposato con mamma a San Pancrazio alle 8:30 di un undici agosto 1969, con la 500 perché non erano ricchi e poi festa con gli amici al bar. Amava andare il sabato al ristorante dai Sardi dietro il teatro Vascello e l’edicola da Armando a via Bolognesi con rituale caffè, noi lo chiamiamo Volpicelli ma credo sia Armeni, oggi fa un bellissimo servizio anche bookcrossing. Poi verso i 60 anni si è ricomprato il motorino il Liberty stile che piace a mia sorella e che poteva sostenere la sua ipercinesi mentale e fisica.
Ma ti seguiva, me lo ricordo che veniva a vedermi al campo . Mi ricordo l’unica gara in cui ho mostrato un minimo delle mie qualità . Con Fabio- un mio amico omonimo con cui ci allenavavamo – ci iscriviamo con il tempo giusto non rubiamo come fanno gli altri, strano… Per inquadrare lo scenario siamo alla stadio della Farnesina, lui è sul rettilineo opposto ai 100 dove si vedono le gare di mezzofondo, è con il mio allenatore prima di Risi, Mauro De Pinto genovese doc. Mio padre ci insulta talmente che parto di soppiatto con la serie dei più forti e lui non mi tifa , mi insulta per tutti i tre i giri e quasi quasi vinco con avversari ben più quotati di me. All’arrivo mi continua a insultare e mi dice vatti a far qualificare dal giudice e non ripeto le parole di mio padre, un motivatore nato. Il mio allenatore, Mauro De Pinto, era allibito, io vado dal giudice ancora trafelato dalla gara e gli dico ho sbagliato serie lui mi chiede come sei arrivato? Io gli dico terzo, il giudice ride e mi qualifica.
Che posso dire mi manca ma ultimamente stava troppo male, non era lui , una trasfusione errata dall’incidente e il non curarsi lo hanno messo ko, ci hanno messo un pochino . Gli hanno dedicato un premio dottorale a geologia di Roma Tre, a Tivoli esiste un laboratorio scientifico creato da dei suoi studenti insegnanti al liceo Spallanzani dove si tengono delle lezioni con esperti della materia. A Roma Tre esiste un trofeo “ Renato Funiciello” che si tiene in primavera, creato dall’ufficio iniziative sportive di Roma tre per i licei dove c’é una una targa in sua memoria e dove ha fatto dedicare lo stadio Eucalipiti a Alfredo Berra, profeta dell’atletica leggera romana. Mio padre è nel pantheon dell’atletica della Fidal per chi ha avuto meriti sportivi e scientifici come Ottavio Missoni, la Hack, Bannister, il primo uomo sotto i 4 minuti sul miglio.
Che dire, grazie, è un bel modo di ricordare nostro papà . Era fatto così tutto a modo a suo, ci mancherà sempre ma ci ha insegnato che non bisogna ricordarlo nel dolore ma nella gioia. Quella gioia di vivere che ti trasmetteva solo sorridendo o con la sua risata o con quel suo sguardo fulminante ed è quello che dobbiamo ereditare non solo io e Francesca ma tutti quelli della sua meravigliosa famiglia allargata, come piace chiamarla a noi. A Marzo 2021 presenteremo il volume Renato funiciello un geologo in campo per i tipi della Anicia presso il Dipartimento di Geologia a Largo San Leonardo Murialdo 1 con amici dell’atletica e della geologia.