‘Non siamo i padroni del mondo’. Come arginare la violenza contro la terra
di Cristina Mattiello
“Violenza contro la terra: come arginarla?” è il tema dell’incontro che si è svolto il 12 dicembre nella Sala Buttinelli della Parrocchia della Trasfigurazione – che ringraziamo – nell’ambito del Cantiere CIPAX 2024/25 “Testimoni di pace nella violenza” (OPM TV). Gli interventi hanno analizzato l’emergenza ambientale sotto diversi profili, mettendone in risalto la gravità, ma anche individuando vie d’azione individuali e collettive per tentare almeno un contenimento.
Paulo Lima, giornalista e educomunicatore dell’associazione Viraçao&Jangada, con una lunga esperienza nel campo di progetti didattici internazionali, ha inizialmente delineato il quadro attuale in rapido peggioramento sottolineando l’importanza delle parole -“crisi climatica” e non “cambiamento climatico”- contro le strumentali reticenze e distorsioni dell’informazione. Ha poi evidenziato la necessità di sviluppare un’“educazione alla cittadinanza globale” per sensibilizzare sul bisogno di un cambiamento sistemico: anche nella descrizione dei grandi eventi a carattere catastrofico, che sono sempre più frequenti, si tende infatti a minimizzare o occultare la responsabilità delle attività umane, soprattutto dell’estrattivismo. E’ tempo invece di promuovere una radicale “conversione ecologica”, concetto proposto da Alexander Langer, che va oltre la semplice “transizione ecologica”: è un percorso graduale ma profondo, che veramente trasforma noi stessi, i nostri valori e le strutture economiche, sociali e culturali per arrivare a una società più giusta e in armonia con l’ambiente.
E’ poi intervenuta Maria Elena Lacquaniti, coordinatrice della Glam, Commissione Globalizzazione e Ambiente della Federazione delle Chiese evangeliche italiane, sul tema “Violenza sulla persona e violenza sull’ambiente”, che ha parlato di come applicare la consapevolezza ambientalista alla vita quotidiana, trovando impulso anche dalle esperienze nella natura. La fede, secondo lei, in quanto ci fa sentire parte del creato, ci aiuta a capire che siamo esseri viventi in interrelazione con la terra, gli animali, le piante: non i padroni del mondo ma parte di questo tutto, in una posizione paritaria: il primo passo per superare l’antropocentrismo, che considera solo le esigenze umane e cui oggi si vedono chiaramente le potenzialità distruttive.
L’esperienza che dobbiamo cercare in una dimensione come quella che viviamo oggi, globale e globalizzata, e nell’era dell’Antropocene, è invece un’esperienza inclusiva, in cui il nostro sguardo cambia completametente. Il mondo animale – di cui siamo parte a tutti gli effetti, mentre tendiamo a guardarlo dall’alto reificandolo, annientandone dignità e diritti – è stato il focus dell’intervento di Alessia De Lorenzis, Responsabile dell’Oasi LIPU (Lega italiana protezione uccelli) di Castel di Guido e guardia venatoria volontaria. Alessia ha voluto affrontare un aspetto specifico delle violenze subite da questi esseri viventi per mano umana, quello del bracconaggio dell’avifauna. Ha lllustrato pratiche ancora diffuse in Italia, che violano i regolamenti sulla caccia ma sono difficili da contrastare perché radicate in tradizioni locali: culinarie, come in Sardegna gli spiedini di piccolissimi uccelli, o credenze maschiliste sulla fertilità e la virilità in Calabria, dove si spara per questo a specie di rapaci in transito come l’adorno – bisognava assolutamente almeno abbatterne uno l’anno! -, o abitudini diffuse come a Napoli la caccia ai cardellini, destinati a una morte precoce in cattività, o i richiami vivi nelle valli bresciane. Per contrastare queste violenze a LIPU organizza periodici campi antibracconaggio, nei quali si rimuovono le trappole disseminate nei boschi, si fanno denunce ma anche opera di sensibilizzazione.
Silvia Acquistapace di Ultima Generazione, nel ribadire che UG è un’associazione del tutto nonviolenta, è tornata sui nostri stili di vita, che dovremmo avere la forza di cambiare radicalmente, in una prospettiva ecologica. Ha presentato diversi esempi interessanti, tra cui evitare qualsiasi “usa e getta”, anche i fazzolettini di carta, che possono esser sostituiti da quelli di stoffa, evitare prodotti di animali cresciuti in allevamenti intensivi, ecc, usare contenitori riutilizzabili e non di plastica, ecc. , in generale cercare di diffondere su larga scala comportamenti ecologicamente virtuosi. Oppure sostenere la richiesta di imporre interventi riparativi e risarcimenti ad aziende inquinanti.
In conclusione, Pietro Clementelli della Rete Studenti Medi ha inserito il tema in un quadro di consapevolezza politica più ampia illustrando il lavoro di sensibilizzazione svolto dalla Rete nelle scuole, con interventi in assemblea e nelle classi. In particolare ha sottolineato come la crisi sia sistemica e si basi su modelli economici non sostenibili, in quanto l’unico obiettivo è guadagnare, guadagnare, guadagnare, consumare, consumare, consumare. Ha poi accennato all’importanza di sostenere la diffusione di “comunità energetiche”, reti in cui l’energia prodotta in modo ecologico non solo basta all’autosufficienza, ma può anche essere riversata in un circuito più ampio. L’incontro si è chiuso con un partecipato dibattito e si può rivedere sulla pagina Facebook CIPAX:
https://www.facebook.com/watch/live?ref=watch_permalink&v=1522164338484644&locale=it_IT
Cristina Mattiello
Monteverde per la pace