Ora basta. Sul Forlanini anche la Cgil perde la pazienza nei confronti della Regione Lazio
Raffaella Leone
Fine di una illusione, o di una speranza: i fondi per il recupero del Forlanini non ci sono, nel già discutibile Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Resta in piedi, ma traballa anche questa, l’ipotesi di utilizzare due palazzine dell’ex ospedale per una RSA e per una Casa della Salute o di Comunità che però potrebbero finire invece- secondo una delle tante voci incontrollate in circolazione- nei locali dell’attuale Asl Roma 3 in via Ramazzini, locali di proprietà della Cri, ente recentemente privatizzato cui bisognerebbe pagare l’affitto. A un anno dalla scadenza del mandato, e con una Giunta che fugge come il diavolo di fronte all’acqua santa davanti all’argomento Forlanini, si capisce l’irritazione-a dir poco- della Cgil regionale che fin dall’inizio di questa sconsolante vicenda ha affiancato e sostenuto la lunga battaglia del Coordinamento per il Forlanini Bene Comune volta al recupero e riutilizzo almeno parziale, dell’ex ospedale.
“Critichiamo negativamente l’amministrazione Zingaretti”, ha dichiarato Natale di Cola della segreteria regionale Cgil Roma e Lazio, nel corso di una tormentata ( i collegamenti saltavano continuamente) riunione online a cui hanno partecipato anche Tomassetti, presidente del nostro municipio, e Lanzi, presidente del confinante e in parte interessato municipio XI. Per la prima volta, anche gli enti di prossimità come appunto i municipi, sono stati direttamente coinvolti, del resto lo stesso Tomassetti nei mesi scorsi proprio incontrando una delegazione del Coordinamento aveva promesso il suo impegno. Di Cola ha intenzione di inserire l’argomento Forlanini nel faccia a faccia, programmato da tempo ma guarda caso in calendario in questi giorni sui temi della sanità pubblica, con l’assessore alla salute D’Amato. Quest’ultimo é in odore di candidatura alla Pisana forte dei risultati positivi del piano di vaccinazione, che oggettivamente è un merito di questa Giunta. Nel frattempo però Di Cola stesso è costretto a notare che nessuna forza politica cittadina si è fatta carico di una battaglia come quella sul Forlanini, che non dà risultati immediati ma è di lungo respiro.
Ora basta, hanno detto in sostanza tutti i partecipanti alla riunione, seppure seguendo i canoni della ‘democrazia recitativa’ – definizione calzante del prof Emilio Gentile a proposito dei politici che interpretano un ruolo. “Dopo anni di tagli al pubblico è necessario restituire un servizio ai cittadini, rilanciare la sanità pubblica anche attraverso un rilancio dell’ex ospedale”, ha spiegato Di Cola, da sindacalista deciso a non mollare, anzi intenzionato a rilanciare, con iniziative che prevedono anche il coinvolgimento del municipio, per esempio con un’assemblea pubblica davanti al Forlanini. Il tentativo è quello di riaprire il tavolo del confronto sul progetto unitario già noto alla Regione e che ora giace sepolto dalle svariate e numerose ipotesi/proposte accumulatesi sul futuro dell’ex ospedale: da sede dell’agenzia europea per il farmaco a ospite del Tecnopole a diramazione extraterritoriale dell’ospedale di proprietà del Vaticano Bambino Gesù. “Dopo anni di tagli al pubblico è necessario restituire un servizio ai cittadini, rilanciare la sanità pubblica anche attraverso un rilancio dell’ex ospedale”, secondo Di Cola.
“Gli impegni assunti dalla Regione per la costituzione di una Rsa e della Casa di Comunità ad oggi rimangono sulla carta”, commenta Donatella Onofri, segretaria della Camera del Lavoro Cgil Roma COL che ha moderato il dibattito. “Per la Cgil il vincolo della proprietà pubblica e del mantenimento della vocazione socio sanitaria, sociale nel riuso del Forlanini non possono essere messi in discussione. Al Comune di Roma , ai presidenti di Municipio chiediamo un azione congiunta, una unità di intenti per restituire questo bene pubblico alla cittadinanza e alla Sanità territoriale che ha mostrato tutte le sue fragilità derivanti dalla crisi pandemica. Alla Regione chiediamo uno atto di coerenza rispetto a quanto prodotto fino ad ora”.
Non meno critica verso la Regione Luisa Stendardi, portavoce del Coordinamento per il Forlanini Bene Comune:” ll coordinamento ritiene che la, Regione non abbia elaborato un piano di riassetto complessivo del Forlanini e non abbia neppure dato seguito,fino ad ora, alle dichiarazioni emerse nel corso delle riunioni del tavolo di confronto con il Coordinamento e la Cgil che indicavano i servizi socio – sanitari come prioritaria destinazione d’uso.Il Coordinamento auspica un deciso cambio di rotta delle politiche regionali e un coinvolgimento del Comune di Roma sul destino del Forlanini in relazione ai fondi disponibili nel PNNR.”