Saranno le strutture private a salvarci nell’emergenza corona virus?
Sì riapriamolo. No, é cadente. Il popolo di facebook si é diviso sulla petizione carica di decine di migliaia di firme per la riapertura immediata di un reparto dell’ex ospedale Forlanini, dismesso nel 2015. In un dibattito così acceso trova poco spazio una terza opzione, forse la più difficile da praticare ora: si trovino i fondi per ristrutturarlo in tutto o in parte e poi si riapra.
La novità sta nell’intervento della Regione con una nota ufficiale, che se non altro ha il merito di spiegare in maniera più articolata la posizione dell’ente che é tornato proprietario del complesso. Più articolata certamente della prima dichiarazione dell’assessore D’Amato, che trovava strampalata la richiesta alla base della petizione. Vale dunque la pena di riportare la nota per esteso.
“🔴 LA TRISTE FAKE NEWS SUL FORLANINI SULLA PELLE DELLE PERSONE E DEI MALATI
In queste ore circola una fake news sulla possibilità di riaprire il Forlanini. Bisogna fare chiarezza, perché è una campagna di speculazione sulla pelle delle persone, soprattutto in questa fase di emergenza.
La verità: il Forlanini era deserto già negli anni ’90 e da allora è senza alcuna forma di manutenzione. Siamo nel 2020, stiamo parlando di una struttura degradata, fatiscente, che in molte aree sta cadendo a pezzi.
Creare un reparto attrezzato in pochi giorni, per curare malati gravi, in una struttura che cade a pezzi e da ristrutturare da cima a fondo è da folli.
Su Roma, infatti, si è costruita in poche settimane una rete di 1.000 posti letto dedicati al COVID-19 tra i 550 dei quattro COVID HOSPITAL 1-Spallanzani 257, COVID-2 Columbus 133 posti. In attivazione un COVID-3 HOSPITAL con 80 posti e COVID-4 HOSPITAL PTV con altri 80 posti, cui si aggiungono la rete delle malattie infettive e della pneumologia (400 posti). Questi centri dispongono infatti di spazi adeguati e attrezzature di base pronte all’uso, senza l’esigenza di grandi opere infrastrutturali. Con i posti nelle province arriviamo ad una rete complessiva di circa 1.500 posti a disposizione dell’emergenza in tutta la Regione Lazio.
Noi abbiamo il dovere di aprire nuovi reparti in tempi brevissimi, come stiamo facendo, ma in strutture sanitarie che garantiscano igiene, efficacia e funzionalità perché si parla della vita di esseri umani.
Le persone hanno bisogno di soluzioni concrete in 7 giorni, non di cose che si possono realizzare in 7 anni.
Chi porta avanti questa campagna, quindi, ha una grave responsabilità, suscita attese e speranze, produce frustrazione quando avremmo tutti bisogno di speranza.
Per fortuna migliaia di operatori della sanità in queste settimane in silenzio e senza sosta e chiacchiere stanno lavorando per sconfiggere il virus e aprire, nuovi reparti, moderni e in piena sicurezza.
Pensiamo a curare le persone.”
I promotori della petizione comunque non demordono, ieri su invito del professor Martelli che ne é l’ispiratore hanno intasato il centralino di rai Radio 3 tra le 7.15 e le 8.00 per l’invio di massa di sms in risposta della catena lanciata via whatsapp. Il testo del messaggio recita: VOGLIAMO LA RIAPERTURA DEL FORLANINI PER L’EMERGENZA DEL COVID 19.
Io non ho firmato la petizione, secondo me impraticabile nell’immediato e per niente trasparente. Ma continuo a chiedermi se il ricorso al privato ben convenzionato/sovvenzionato sia l’unica risposta possibile a questa emergenza.