Una Rapsodia di libri a Monteverde
Raffaella Leone
Turbolenta, chiacchierona e…coraggiosa: Eleonora Lo Nigro sta tenendo aperta dal 2019 la sua piccola casa editrice a Viale di villa Pamphilj 101 nonostante il Covid. La tempesta l’ha piegata, lei come tant* piccol* commercianti di beni considerati non essenziali, ma non l’ha spezzata. Aspetta che passi, e intanto elabora progetti. ‘Progetti con pagine di carta’, li definisce nella brochure che illustra la linea editoriale. E aggiunge- con una certa radicalità- ‘vogliamo essere ricosciuti per il valore educativo e didattico che ci contraddistingue. Affrontando anche discorsi delicati da trattare’.
Discorso delicato è sicuramente quello che ruota intorno all’identità, di genere e di origine. Praticamente tutti i libri di Rapsodia trattano di questo, che siano romanzi, brevi saggi o testimonianze. Identità vuol dire anche confronto, apertura ad altre identità e altre culture, come per le due collane: antiprincipesse e antieroi, dove quell’ anti significa semplicemente diverso, fuori dagli stereotipi. E i libri- la maggior parte dai paesi del Sud America- sono basati su storie vere (c’è anche quella del ‘ Che’) e trattano temi delicati, come la malattia, la perdita, la sconfitta.
E’ stata materia dei laboratori nelle scuole, anche con i bambini, quei laboratori che Eleonora rimpiange molto, ora che le scuole devono osservare restrizioni severe causa pandemia in corso. Viene da chiedersi se anche il nostro concetto di identità, quello che -spesso grossolanamente- comunque ci definiva e ci assegnava un posto nella società, non debba essere radicalmente ridefinito dopo il passaggio della tempesta covid. E se non serva un libro che descriva il dopo, l’inquietudine che ha sostituito la leopardiana quiete.
Forse anche questo libro rientrerà tra i ‘progetti con pagine di carta’ della piccola casa editrice, ma già le idee da realizzare e le iniziative da mettere in campo sono diverse: dai mini-laboratori perchè lo spazio è ristretto nella sede della piccola casa editrice , alle letture all’aperto- ma qui occorre il consenso e il sostegno eventuale del municipio: il luogo c’è, è la vicinissima piazzetta Quinto Cecilio e il giardino recentemente dedicato a Gianni Rodari. Uno degli ultimi ricordi che Eleonora Lo Nigro conserva del prima della tempesta è proprio la visita di Maria Teresa Ferretti, la vedova di Gianni Rodari passata a salutare e a fare due chiacchiere, come a volte le capitava.
Trovarsi in libreria a fare due chiacchiere, appunto, e magari far diventare ‘di quartiere’ la piccola casa editrice, rendendola un punto di riferimento e una specie di megafono delle attività e delle esigenze di chi nel quartiere vive. Questo é il sogno. Per ora Eleonora Lo Nigro, che ha esordito nel mondo del lavoro come grafica, é tornata alla sua prima attività. Le serve per sostenere le spese e tirare avanti. ‘Ha da passà ‘a nuttata’.
molto interessante, speriamo che l’intervento del Municipio si concretizzi. Queste realtà, fuori i circuiti del mercato, sono importanti ,sono vitali,sono originali nel senso pieno della parola. Ci aiutano a mantebere l’autonomia intellettuale e lo spirito critico.